Archivio storico

Direttore – Don Giuseppe Di Bernardo
Archivisti – Dott. Giuseppe Tomasino, Assunta De Santis
Piazza Duomo, 11 – 81100 Caserta
All’Ufficio della Cancelleria per naturale corollario è abbinata la cura dell’Archivio Diocesano. Il Codice ricorda tre tipi di archivi: quello di documentazione generale e comune, riguardante le questioni spirituali e temporali della Diocesi (can. 486 par. 2); l’Archivio storico, dove i documenti di valore storico sono custoditi diligentemente e sono ordinati sistematicamente (can. 491 par. 2) e l’Archivio Segreto, nel quale si custodiscono con estrema cautela i documenti che devono essere conservati sotto segreto. Il canone 487 al paragrafo 1 chiaramente afferma che l’Archivio deve rimanere chiuso e la chiave deve stare solo nelle mani del Vescovo e del Cancelliere.  Tra i fondi conservati e inventariati si evidenzia: Fondo Diplomatico: comprende pergamene a partire dal secolo XIV; Serie visite pastorali: il volume più antico è datato XVI sec.; Fondo Capitolo della Cattedrale: comprende diversi documenti dal 1543; Processetti matrimoniali: dal secolo XVII; Inventari diversi.
Nel 2017 all’Archivio sono stati destinati, per lavori di ristrutturazione, € 22.000,00 grazie ai fondi dell’8permille alla Chiesa Cattolica.

Biblioteca diocesana

Responsabile – Don Edoardo Scognamiglio
Piazza Duomo, 11 – 81100 Caserta
La Biblioteca Diocesana di Caserta nasce all’interno della struttura del Seminario, che viene fondato tra il 1567 e il 1575 per opera del vescovo Agapito Bellomo (1554-1594) in obbedienza ai decreti del Concilio di Trento. Quando a partire dal 1708 il Seminario Maggiore venne spostato in pianura presso il Palazzo Vescovile del casale di Falciano, residenza abituale dei prelati casertani, il vescovo Giuseppe Schinosi (1696-1754) pensò anche di munirlo di una biblioteca sull’esempio della Biblioteca Brancacciana di Napoli, aperta, quindi, non solo al clero, ma a tutti i fedeli.  Da allora il patrimonio si ampliò soprattutto attraverso l’ampliamento per volontà dei vescovi casertani, in modo particolare è da ricordare l’opera di mons. De Rossi e tanti lasciti di sacerdoti e canonici così come si può ricavare dai frontespizi di alcune edizioni del XVII e XVIII secolo. Inoltre dovettero confluirvi anche parte delle biblioteche di omnasteri locali, soprattutto dal soppresso monastero dei PP. Carmelitani, nella cui sede si trova attualmente il complesso vescovile e forse dal millenario monastero benedettino di San Pietro ad Montes.
Nonostante gli eventi non sempre favorevoli, il patrimonio librario è rimasto consistente in quanto comprende, allo stato attuale, ventimila volumi a stampa, oltre al patrimonio storico di pregevole valore. Con Decreto vescovile di mons. Raffaele Nogaro è stata dichiarata Biblioteca Diocesana di riferimento, con un suo statuto e regolamento che disciplinano l’attività di consultazione e di apertura al pubblico.

Museo diocesano

Responsabile – Don Battista Marello
Via del Redentore – 81100 Caserta
La decisione di erigere il Museo Diocesano di Caserta è stata presa nel corso del 1996, quando la Conferenza Episcopale Italiana ne ha favorito l’istituzione attraverso finanziamenti provenienti dai fondi dell’otto per mille alla Chiesa cattolica. Come sede del Museo è stata individuata la chiesa del SS.mo Redentore, localizzata nel centro storico di Caserta, a poca distanza dalla Cattedrale, dal Palazzo Vescovile e dalla Reggia vanvitelliana. Il Museo Diocesano di Caserta documenta la tradizione artistico – religiosa del Casertano, anche se in esso non sono contenute tutte le migliori opere artistiche di cui è stata arricchita la Chiesa locale durante il suo cammino. Gli oggetti esposti sono in prevalenza paramenti sacri, arredi liturgici, dipinti, ex voto e sculture provenienti dalle varie chiese della diocesi, raccolti nei depositi della Curia dopo l’evento sismico del novembre 1980 per preservarli dall’incuria e tutelarli dai furti.
Attualmente il Museo Diocesano conta circa duecento opere tra dipinti, sculture, apparati liturgici, reliquari ed ex voto, che coprono un arco di tempo che va dal XIV al XIX secolo. Tra i pezzi più antichi vanno collocati alcuni manufatti lapidei: reperti archeologici, frammenti scultorei dell’XI e XII secolo, lapidi del XV e del XVII secolo.