“La speranza che nulla è perduto”

Il Vescovo Pietro celebra nell’area ex Macrico dopo più di 25 anni

Si è conclusa con la Celebrazione eucaristica all’interno del Campo della Pace ex Macrico la settimana della Laudato Sì e la giornata per la Custodia del Creato del Migrante e del Rifugiato.
La Celebrazione eucaristica è stata organizzata dalle comunità migranti filippina e polacca, presenti e ben integrati nella nostra diocesi e seguiti spiritualmente dai loro sacerdoti don Bartolomeo Kups per la comunità polacca e don Nikko Patrick Awatin per la comunità filippina, che hanno concelebrato insieme al Vescovo Pietro, don Antimo Vigliotta direttore Caritas e Migrantes e don Gianmichele Marotta direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro.
Il Vescovo nell’omelia ha sottolineato “il desiderio che l’area ex Macrico, dove da più di 25 anni non si celebrava messa e dove un tempo ci si allenava all’arte della guerra, possa diventare segno di una nuova umanità, segno di rinascita per Caserta, questo luogo ritorni ad essere abitato, vissuto e ritorni con questa celebrazione eucaristica ad essere luogo della presenza del Signore”. “La prima messa che celebriamo qui nell’area ex Macrico – così ha continuato Mons. Lagnese nella sua Omelia – la celebriamo a conclusione della settimana Laudato Sì e nel giorno della Giornata Diocesana del Migrante. Questo ci dice quale è la vocazione di questo luogo: ritornare ad essere un luogo segno di una rinnovata passione per la vita, per l’accoglienza, per la terra. Il mio desiderio è che Caserta possa diventare sempre di più un giardino come quello delle origini dove si vive in comunione con il Signore e con il creato”. Il Vescovo rivolge poi un pensiero ai fratelli ucraini che nella nostra Caserta hanno trovato accoglienza: “Vogliamo quindi pregare per la pace, per la custodia della terra, per l’accoglienza del forestiero. Sono tutte cose che si intrecciano e, come dice Papa Francesco, tutto è connesso. Dove c’è prepotenza, arroganza ed egoismo, lì c’è esclusione, lì ci sono le barricate, le muraglie, lì ci sono i diritti delle persone calpestati e la terra soggiogata e maltrattata”. Mons. Lagnese ha poi continuato: “Oggi nel Vangelo Gesù elogia lo straniero, colui che veniva ritenuto, anche da un punto di vista spirituale, incapace di vivere la fede in maniera autentica e vera, invece è proprio da questo straniero che capiamo cosa è la fede e cosa avviene quando c’è la fede. Quando c’è la fede, tu ti riconosci lebbroso, quando hai la fede senti nel profondo del cuore di voler invocare il Signore e di volergli dire Signore pietà, Signore vedi come siamo diventati estranei, stranieri, diffidenti. Abbiamo messo distanza gli uni dagli altri, abbiamo violentato la terrà: Signore abbi pietà di noi, questa è la fede! La fede, quando tu la prendi sul serio, ti fa mettere in cammino e proprio nel vangelo di oggi Gesù disse ai lebbrosi una parola e loro si misero in cammino, la fede accorcia le distanze vince le resistenze e ti fa scoprire le sorprese di Dio”.